martedì 4 settembre 2018

La raccolta delle piante aromatiche.


Un certo numero di regole deve essere rispettato nella raccolta per beneficiare del massimo potenziale offerto dalle piante aromatiche.
Vediamo alcuni esempi.

La raccolta avviene generalmente nel momento in cui la pianta è più ricca di essenza:
- prima della fioritura per quanto concerne la menta, poiché si arricchisce di chetoni tossici nel momento in cui fiorisce.
- nello stesso periodo anche per la santoreggia, il cui tasso di carvacrolo (antiinfettivo ed antisettico) è al massimo;
- nel corso della fioritura per la lavanda.

- per il rosmarino officinale viene scelto lo stesso periodo, ma non esclusivamente.

- per la salvia sclarea e la menta dalle foglie lunghe si predilige il periodo dopo la fioritura.

- la raccolta della lavanda selvatica avviene dopo la rugiada del mattino; viene sempre utilizzato il falcetto. Avviene spesso in territorio difficile, in pendenza e franoso, tra i 1000 e 1600 metri di altitudine. Le lavande coltivate vengono colte con falci meccaniche, più rapide ma pericolose per i piedi.

- per il timo selvatico, la cui raccolta è lunga e faticosa, viene impiegata una piccola falce o il potatoio a forbice; è preferibile svolgere l’azione nel pomeriggio. Lo sradicamento con la zappa o con l’erpice, praticato fin a qualche anno fa in Spagna, costituisce un vero e proprio massacro ecologico.

- le rose vengono raccolte quando sbocciano, dopo la rugiada della mattina, ma prima del gran caldo di mezzogiorno.

Una certificazione rigorosa della specie botanica, della razza chimica, dell’origine vegetale e dello stadio vegetativo è dunque necessaria ed auspicabile.

* Un esempio realmente accaduto può essere una testimonianza in merito: un’azienda fornisce ad un distillatore dei contenitori in alluminio per depositare la produzione di olio essenziale di lavanda. I recipienti vengono erosi nel corso di due anni. Il produttore si lamenta e l’azienda accusa il rifornitore di alluminio, il quale esige l’analisi del prodotto messo nei contenitori. 
Purtroppo il controllo effettuato porta a rilevare la presenza di prodotti chimici corrosivi dovuti ai diserbanti usati per la piante. Anche se altri studi non sono stati effettuati ancora oggi, non è necessario essere dei geni per intuire le conseguenze dell’assorbimento di certe sostanze da parte dell’essere umano.

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