A livello scientifico, gli oli essenziali non sono dei corpi semplici, bensì degli agglomerati di molecole diverse, ciascuna con proprietà particolari. Questo primo passo potrebbe apparire insignificante. In realtà la non conoscenza o il non utilizzo sono all’origine di una straordinaria confusione.
Analizzando numerosi testi sulle piante medicinali si arriva alla conclusione che ogni pianta o il suo relativo olio essenziale può curare quasi tutte le patologie. L’origine di tale aberrazione è da ricercarsi innanzitutto in numerose imprecisioni botaniche e, in seguito, nell’elenco degli impieghi empirici delle piante.
Infatti, ad esempio, esistono numerose specie di Eucalyptus, tutte con lo stesso nome ma i cui oli essenziali presentano delle differenze sostanziali, a volte addirittura in opposizione. Usare, per esempio, dell’olio essenziale di Eucalyptus per curare un’infezione bronchiale sarà efficace qualora questo tipo contenesse maggiormente alcoli dalle proprietà antinfettive, come l’Eucalyptus radiata o globulus. Impiegando in questo caso dell’Eucalyptus citriodora, per esempio, (la cui composizione è molto differente), non otterremo nessun miglioramento sostanziale o sufficientemente rapido (tranne se in relazione ad un terreno particolare del paziente).
L’apporto fondamentale all'Aromaterapia scientifica è dato dall'applicazione pratica della nozione di “razze chimiche”: il chemiotipo. Per ciò che concerne il “Timo volgare” esistono numerose razze chimiche. Qualunque sia il suo biotipo (ambiente naturale), il Timo ha le stesse foglie, gli stessi fiori, gli stessi semi di polline, ma sintetizza dei componenti diversi, come se si trattasse di piante diverse. Il Timo al timolo è, ad esempio, un potente antinfettivo, ma presenta una forte reazione dermo-caustica ed una non irrilevante tossicità a livello epatico, se impiegato per un lungo periodo. Al contrario, il Timo volgare a tujanolo, anch’esso antinfettivo, non è aggressivo e stimola addirittura le cellule epatiche.
La non conoscenza delle specie e delle razze chimiche è stata d’altronde alla base di incidenti seri, apportando così sfiducia negli oli essenziali.
Da poco tempo, l’olio essenziale di Cedro è stato inserito nella lista delle sostanze tossiche, proprio a causa del suo uso sbagliato. In realtà, gli incidenti sono accorsi con l’uso dell’olio essenziale di Thuya occidentalis, chiamata in Canada più comunemente “Cedro”. Ora, se è vero che l’olio essenziale di Thuya occidentalis ha un elevato grado di neurotossicità, tale da procurare delle crisi epilettiche, dei coma, dei decessi veri e propri se viene assorbito in dosi massicce, non c’è affatto confronto con il vero olio essenziale del Cedrus atlantica (il vero Cedro). Pur contenendo dei chetoni, quest’ultima pianta è da cinque a dieci volte meno tossica della Thuya occidentalis ed il suo odore particolare frena dalla tentazione di assorbirlo. Sembra, dunque, che in questo caso, un errore clamoroso da parte degli specialisti sia stata all’origine del divieto di usare questo tipo di pianta.
La negazione, per alcuni, della inevitabile necessità scientifica di conoscere e di utilizzare le razze chimiche in aromaterapia, non ne vieta la certezza della loro esistenza, ma confina coloro che ne hanno fatto uso ad un’epoca medica prescientifica.
I lavori scientifici approfonditi in Aromaterapia offrono indirettamente un ulteriore vantaggio: la necessità di utilizzare gli oli essenziali e non delle essenze. Queste ultime, anche se dichiarate “naturali”, altro non sono che delle ricomposizioni o a volte dei puri assemblaggi artificiali e presentano una certa tossicità per l’organismo, irritano le mucose e sono spesso aggressive per la pelle, la quale invece è in grado di sopportare, delle dosi massicce di oli essenziali di origine veramente naturale. L’aromaterapia trova le differenze sostanziali che esistono tra un prodotto naturale ed una sostanza artificiale. Infatti, l’impiego di una essenza chimica non porterà mai, in casi simili, a risultati equivalenti a quelli ottenuti con l’utilizzo di un olio essenziale.
Il lavoro concettuale di D. Pénoël, medico generico orientato verso le medicine della vita, apporta un contributo considerevole all'Aromaterapia scientifica, concretizzatosi come segue:
-immaginazione del ternario aromatico ed aromaterapeutico, integrazione delle conoscenze degli oli essenziali con quella dell’insieme del funzionamento dell’organismo umano ed anche del pianeta – “Gaia” (nome greco della Terra, ripreso dal movimento eco-filosofico apparso qualche anno fa negli Stati Uniti, di cui fanno parte gli scienziati più famosi di questo tempo);
-presentazione di informazioni pratiche concrete, derivanti dalla pratica medica giornaliera;
-e tante altre cose, tra le quali, soprattutto, la convinzione sottintesa nella prova vissuta, dell’immenso valore attribuito agli oli essenziali per la vita umana e per la vita in generale.
L’aromaterapia scientifica apre alle medicine naturali una via nuova verso il riconoscimento del suo interesse, del suo valore e della sua utilità primaria per la salute degli uomini.