venerdì 9 giugno 2017

Aromaterapia scientifica: l'importanza del chemiotipo

Timo volgare

“Gli oli essenziali non sono dei corpi semplici, bensì degli agglomerati di molecole diverse, ciascuna con proprietà particolari”.
Questo primo passo potrebbe apparire insignificante; la non conoscenza o il non utilizzo sono all’origine di una straordinaria confusione. Analizzando numerosi testi sulle piante medicinali si arriva alla conclusione che ogni pianta o il suo relativo olio essenziale possono curare quasi tutti i mali. L’origine di tale aberrazione è da ricercarsi innanzitutto in numerose imprecisioni botaniche e, in seguito, nell’elenco degli impieghi empirici delle piante.

Infatti, ad esempio, esistono numerose specie di Eucalyptus, tutte con lo stesso nome ma i cui oli essenziali presentano delle differenze sostanziali, a volte addirittura in opposizione. Usare, per esempio, dell’olio essenziale di Eucalyptus per curare un’infezione bronchiale sarà efficace qualora questo tipo contenesse maggiormente alcoli dalle proprietà antinfettive, come l’Eucalyptus radiata o globulus. Impiegando in questo caso dell’Eucalyptus citriodora, per esempio, (la cui composizione è molto differente), non otterremo nessun miglioramento sostanziale o sufficientemente rapido (tranne se in relazione ad un terreno particolare del paziente).

LE RAZZE CHIMICHE (chemiotipo)

Per ciò che concerne il “Timo volgare” esistono numerose razze chimiche. Qualunque sia il suo biotipo (ambiente naturale), il Timo ha le stesse foglie, gli stessi fiori, gli stessi semi di polline, ma sintetizza dei componenti diversi, come se si trattasse di piante diverse.
Il Timo al timolo è, ad esempio, un potente antinfettivo, ma presenta una forte reazione dermo-caustica ed una non irrilevante tossicità a livello epatico, se impiegato per un lungo periodo.
Al contrario, il Timo volgare a tujanolo, anch’esso antinfettivo, non è aggressivo e stimola addirittura le cellule epatiche.
La non conoscenza delle specie e delle razze chimiche è stata d’altronde alla base di incidenti seri, apportando così dei cali nelle vendite degli oli essenziali. Da poco tempo, l’olio essenziale di Cedro è stato inserito nella lista delle sostanze tossiche, proprio a causa del suo uso sbagliato. In realtà, gli incidenti sono accorsi con l’uso dell’olio essenziale di Thuya occidentalis, chiamata in Canada più comunemente “Cedro”. Ora, se è vero che l’olio essenziale di Thuya occidentalis ha un elevato
grado di neurotossicità, tale da procurare delle crisi epilettiche, dei coma, dei decessi veri e propri se viene assorbito in dosi massicce, non c’è affatto confronto con il vero olio essenziale del Cedrus atlantica (il vero Cedro). Pur contenendo dei chetoni, quest’ultima pianta è da cinque a dieci volte meno tossica della Thuya occidentalis ed il suo odore particolare frena dalla tentazione di assorbirlo. Sembra, dunque, che in questo caso, un errore clamoroso da parte degli specialisti sia stata all’origine del divieto di usare questo tipo di pianta.

P. Franchomme - Dott. D. Pénoël

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